Una guida all’acquisto del GIUSTO concime organo minerale

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Piante, fiori ed ortaggi sono sempre stati la tua passione e oggi, dopo tanti sforzi, ha realizzato il tuo più grande sogno: avere un piccolo spazio dove coltivare prodotti sani e genuini da mangiare!

Oltre allo studio dei diversi metodi di coltivazione, un altro scoglio da superare è la scelta della tipologia di concime da utilizzare.

Un terreno ricco di nutrienti, equilibrato, concimato a dovere con sostanze naturali è l’ingrediente segreto per avere un raccolto di qualità.

Concimi organici o concimi organo minerali

Credo che sia ovvio anche a coloro che da poco hanno iniziato questa avventura nel mondo dell’agricoltura che terriccio e concime cambiano in base alla tipologia di prodotti che si vuole coltivare.

Una scelta scrupolosa e mirata, presa magari anche con l’aiuto di personale qualificato e specializzato, aiuta le piante a nascere, a svilupparsi e a mantenersi senza difficoltà.

Per mantenere e, dove richiesto, accrescere la fertilità di un terreno si è soliti scegliere tra concimi organici e concimi organo minerali.

Sono concimi organici tutti quelli che derivano da sostanze naturali per esempio:

  • lo stallatico, senza dubbio quello più utilizzato perché ricco di sostanze nutritive;
  • il sangue di animali da macello;
  • la cornunghia, che si ottiene dalla lavorazione di unghie e corna di animale (bovini principalmente);
  • il pellicino, ricco di azoto ed indicato soprattutto per la coltivazione di manti erbosi;
  • la pollina, ovvero le deiezioni di polli e volatili.

Cosa hanno in comune tutti questi concimi?

 Sono tutti prodotti che venivano utilizzati tanti anni fa, quando la concimazione chimica non era ancora stata sperimentata.

Il concime organo minerale è la sintesi perfetta delle caratteristiche e dei vantaggi tipici dei concimi organici e di quelli minerali.

Si è soliti definire i concimi minerali tutti quelli che non contengono carbonio ma che permettono di fornire alla pianta il corretto apporto di altri minerali come l’azoto, il fosforo ed il potassio.

Queste sostanze minerali si trovano nel terreno ma, sempre più spesso ormai, ci si trova a gestire terreni che attraversano un lento e progressivo impoverimento dovuto all’eccessivo sfruttamento della capacità produttiva.

Mentre i concimi organici vengono assorbiti più lentamente quelli minerali vengono assimilati più velocemente ed è per questo che i primi sono più utili in fase di preparazione del terreno, mentre i secondi nella fase vegetativa.

Alla luce di quanto detto i concimi organo minerali si configurano come la migliore soluzione.

 Cosa dice la legge si concimi organo minerali

L’aspetto normativo ha grande importanza nell’utilizzo dei concimi organo minerali, soprattutto quando la produzione è destinata al commercio.

È la Legge 748/84 che si occupa di dare una definizione dei concimi organo minerali, descrivendoli come il risultato per miscelazione o reazione di uno o più concimi organici con concimi minerali semplici o composti.

Un piccolo approfondimento sul FABBISOGNO degli ortaggi

Dopo aver individuato e scelto il concime è importante definire con esattezza il fabbisogno nutritivo dei nostri ortaggi.

Come accennato poco fa, l’eccessivo sfruttamento della capacità produttiva del suolo può impoverire il terreno delle sostanze necessarie per sostentare le piante e gli ortaggi nella loro crescita.

La concimazione in questo senso aiuta a mantenere la fertilità di un terreno, a migliorarla ma prima di dedicarsi a questa attività è bene capire qual è il nutrimento di cui hanno bisogno i nostri ortaggi.

Quando parliamo di fabbisogno nutritivo facciamo riferimento alla quantità di sostanze minerali di cui hanno bisogno le piante per nascere, crescere e dare i loro frutti.

Per avere una stima quanto più possibile certa gli esperti del settore sfruttano due diversi metodi:

  1. metodi sperimentali, ovvero quanti e quali sono i nutrienti di cui ha bisogno le nostre piante in base alla tipologia di produzione;
  2. metodi analitici, che possono essere: tolleranza alla salinità, asportazioni, diagnosi delle foglie, studio del suolo, perdita periodica di nutrienti e studio del PH del terreno e di come le piante reagiscono a questo valore.