Streptococco durante la gravidanza: quali sono i sintomi e le possibili terapie?

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Benessere & Salute

Le donne in gravidanza hanno il compito di fare particolare attenzione alle possibili infezioni giacchè è buona norma non assumere alcun tipo di farmaco durante i nove mesi di gestazione. Ogni giorno possiamo venire a contatto con tantissimi microorganismi di natura infettiva tra cui parassiti, virus e batteri.

Il più frequente è lo streptococco di gruppo B. Generalmente esso è presente nel nostro organismo e non da vita a nessun problema particolare, nè a sintomi specifici.

Lo streptococco si annida nel tratto genito-urinario e/o in quello gastro-intestinale. Da recenti stime è possibile affermare che circa una gestante su tre risulta essere una portatrice sana dello streptococco del gruppo B (GBS).

Una donna in questa specifica condizione può dare alla luce un figlio perfettamente sano tuttavia, seppur molto basso, esiste ad oggi il rischio che lo streptococco possa essere trasmesso al bambino proprio durante il parto.

In tal caso, quindi in caso di contagio da streptococco materno, il bambino non avrà complicazione nella maggior parte dei casi. In una piccola percentuale della casistica, invece, il bambino potrebbe andare incontro a complicazioni gravi anche di natura mortale (setticemia e/o polmonite). Gran parte dei neonati, tuttavia, guarisce con una terapia antibiotica idonea

Come agisce lo streptococco? Esso, mediante le vie respiratorie oppure attraverso le mucose del corpo, arriva al sangue e si estende in tutti i tessuti. Si manifesta con infezione localizzate in alcuni organi o tessuti, infezioni ossee, delle vie urinarie o dei tessuti molli.

Quali sono i sintomi dell’infezione da streptococco nei neonati?

Possiamo suddividere la sintomatologia in base alle due differenti infezioni: infezione precoce ed infezione tardiva. Nel caso dell’infezione precoce, gran parte dei neonati presentano i primi sintomi già entro le prime 12 ore dalla loro nascita.

Tra questi vi sono irritabilità, letargia o scarsa risposta ali stimoli, alterazione della frequenza cardiaca o della corporea.

L’infezione tardiva, invece, si presenta spesso con meningiti e/o danni neurologici permanenti. Raramente si contrae lo streptococco dopo il terzo mese tuttavia, in tal caso, i sintomi sono costituiti da torpore e difficoltà nella suzione del latte materno, febbre e raramente convulsioni.

Quali sono le terapie per l’infezione da streptococco?

Ad oggi esistono diverse cure per le diverse infezioni da streptococco. Quelle più frequenti e utilizzate si basano sull’utilizzo della penicillina o dell’ampicilina. Tali principi farmacologici, inoltre, sono associati con antibiotici che appartengono a classi differenti.

E’ possibile prevenire l’infezione da streptococco in gravidanza? Come recitano le Linee Guida Europee, tra le indicazioni per la gestione di una gravidanza fisiologica, vi è l’esecuzione di un tampone vagino rettale a tutte le gestanti che hanno terminato le 36 settimane di gravidanza, proprio per ricercare l’eventuale batterio dello streptococco di Gruppo B.

Laddove i risultati dessero esito positivo, è opportuno procedere assumendo una cura antibiotica durante il parto.

Laddove non si possiede alcuna informazione sulla presenza del batterio durante il parto, è opportuno soffermarsi su alcune situazioni di rischio come un parto pretermine, una temperatura elevata della partoriente, la rottura delle membrane per un periodo maggiore alle 18 ore, un precedente parto con infezione neonatale, la presenza di batteri frequenti nelle ultime urine.

Tali indicazioni hanno avuto grande validità per la riduzione delle infezioni di natura precoce, risultano meno efficienti per quelle tardive.