Come funziona la User Experience e perché può essere utile nel Web design

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La User Experience è centrale nel mondo del digital, tanto che Google l’ha inserita fra fattori di ranking per i siti nel 2021. Ma esattamente di che cosa si tratta?

Nel 2020 Google ha dato un importante annuncio: tra i fattori per il ranking SEO dei siti web, sono state incorporate anche le metriche che riguardano la “User Experience”, fra cui ci sarebbero anche i Core Web Vitals. Da quel momento in poi il Web design e la User Experience sono diventati trend topic su google e tutti hanno cercato di capire come adattare il proprio sito alle esigenze del grande motore di ricerca americano. In questo articolo cercheremo di spiegarvi esattamente di che cosa si tratta, come influiscono questi fattori sul Web design e cosa Google ci sta chiedendo di fare.

Che cos’è la User Experience?

Il termine User Experience si può tradurre in italiano come “esperienza utente”, e comprende il complesso di sensazioni, percezioni, azioni dell’utente nell’uso di un sito. L’International Organization for Standardization (ISO) lo definisce come il complesso di “percezioni e reazioni che derivano dall’uso o dall’aspettativa di utilizzo di un prodotto, sistema o servizio”. Donald Norman, l’ingegnere statunitense a cui si deve la diffusione di tale termine, ritiene che il termine abbracci la totalità del rapporto con il prodotto:

“Pensa alle diverse fasi di un prodotto o servizio, dalle intenzioni iniziali alle riflessioni finali, dal primo utilizzo all’assistenza, servizio e manutenzione. Devi fare in modo che questi elementi lavorino tutti insieme e con continuità”.

Ma come si traduce tutto questo nell’esperienza di navigazione?

Per fare in modo che l’esperienza utente in un sito sia ottimale si ricorre a un Web design che creerà delle pagine adatte alla migliore user experience.

Se ad esempio mettere online un e- commerce, il Web design utilizzerà la user experience per capire come collocare i prodotti, che tipo di finestre far aprire, dove; la velocità di caricamento; i colori utilizzati, quali emozioni si vogliono suscitare nell’utente e attraverso cosa. Ad esempio, si possono inserire dei banner con delle call – to – action direzionate allo scopo, come “iscriviti alla mailing list”, “usa il tuo coupon sconto”.

Per capire quale sia il tipo di esperienza utente che è possibile fare nel sito da progettare, si utilizzano degli user test rappresentativi del target di riferimento: utenti medi che provano il sito e riferiscono poi il tipo di “esperienza” che hanno fatto, punti di forza trovati, deboli, particolarità.

Aspetti principali per una buona User Experience

Perché un sito sia ottimale, ci sono alcuni aspetti che sono fondamentali, aldilà dell’argomento di cui tratta. Vediamo quali sono:

  • Largest Contentful Paint, uno dei Core Web Vitals identificati da Google per il ranking nel 2021. È una metrica che misura la performance di caricamento del sito; i siti devono caricare l’above the fold (cioè le cose che sono immediatamente visibili senza che si faccia la “piega”, si scrolli verso il basso) entro 2,5 secondi. Se arrivano 4 secondi sono considerati siti lenti e subiscono una penalizzazione nell’indicizzazione Google.
  • First Input Delay: l’interattività della pagina, è la metrica che misura quanto tempo il server impiega per rispondere al primo input dell’utente. Il tempo ottimale? Secondo Google è di 100 millesecondi. Come input inviati dall’utente non si contano lo scroll, ma ad esempio il click su un link.
  • Cumulative Layout Shift, i cambiamenti cumulativi del layout. Questa metrica misura tutti i cambiamenti improvvisi che avvengono sul layout, come spostamento di oggetti, ridimensionamento, ecc… Perché abbia un valore considerato buono per Google, dev’essere sotto lo 0,1.
  • Fruibilità dei contenuti: ciò che il sito propone dev’essere ben visibile ad occhio nudo, completo e di facile navigabilità tra un contenuto e l’altro.
  • Sicurezza: i propri siti devono essere https, con garanzia di sicurezza, non http. Anche nella costruzione della propria link building, un sito https garantisce un posizionamento migliore rispetto ad uno http. Nonostante ancora molti non si siano adeguati a tale misura, va invece prestata molta attenzione perché Google sta dando un ranking diverso a chi ha siti http.
  • Ottimizzazione per i dispositivi mobili: il sito dev’essere in grado di adattarsi al mezzo utilizzato dall’utente per navigare. I siti ancora non mobile friendly risultano vecchi e sciatti e garantiscono una user experience deficitaria.
  • Accessibilità: capacità di un sito di fornire le medesime informazioni anche a persone con disabilità. Testo modificato con le immagini, testi e voce per ogni elemento. Google considera questo uno dei fattori da tenere in considerazione per il ranking, oltre ad essere considerata una best practice e un’ottima vetrina per l’azienda che si propone nel sito.

Per aiutare gli utenti, Google ha creato delle API per misurare i propri Core Vitals e poter correggere eventuali problemi nel sito web, oltre a una libreria JavaScript per i Core Vitals. Così gli utenti potranno migliorare la propria “page experience” e ottimizzare il loro posizionamento. I siti web, infatti aumentano giorno per giorno, dal 1991 in cui fu attivato il primo ad opera di Tim Berners – Lee, ad oggi, sono presenti 200 milioni di siti. Se prima Google teneva in considerazione per la SEO (Search Engine Optimisation) l’autorevolezza e la correttezza dei contenuti, ora sono entrati in gioco anche i fattori di User Experience, che differenziano un sito di qualità dagli altri.

Altri strumenti utili per misurare la User Experience del proprio sito si trovano su Google Tag Manager e Google Analitycs, e si possono vedere anche direttamente nella propria pagina del sito utilizzando gli appositi plugin se si ha un sito wordpress. Nell’home è possibile vedere vari dati come il bounce rate, la frequenza di rimbalzo, ossia quanto tempo l’utente impiega per abbandonare il proprio sito.

Per creare un sito web che metta insieme tutti questi fattori è sicuramente importante rivolgersi ad una web agency come Drinking Media per esempio, in questo modo si può essere certi di ottenere un design del sito che sia veloce, facilmente fruibile e non penalizzante a livello di posizionamento su Google.