Tracking della diffusione del COVID-19: Quali le soluzioni adottate nel mondo?

Benessere & Salute

Dopo una fase di test in quattro regioni d’Italia (Abruzzo, Liguria, Puglia, Marche), l’app Immuni è disponibile per il download su tutto il territorio nazionale.

L’app è stata pensata per l’individuazione di contagi da virus Covid-19. Scaricabile liberamente (quindi non obbligatoria ma volontaria) per i sistemi IOS, Android e Google OS gratuitamente. I due colossi mondiali (Apple e Google), hanno fornito il software necessario a creare le proprie app per il tracciamento del contagio a tutte le agenzie sanitarie pubbliche mondiali, mediante ‘chiavi’ anonime usando il segnale Bluetooth. Ma quante sono le app di questo tipo? Vediamole nel dettaglio.

STOPCOVID (Francia)

Invocando la sovranità digitale del paese, la Francia non si è avvalsa della piattaforma Google – Apple, preferendo il modello accentrato PEPP-PT con i dati conservati sul server, a differenza degli altri 22 paesi europei che scelgono il modello decentrato DP-3T (cioè i dati rimangono sui cellulari). L’app non usa la geo localizzazione, usa il Bluetooth, verifica la vicinanza con altri apparecchi e avvisa in maniera anonima l’eventuale contatto con un soggetto positivo. Traccia i contatti ma non il luogo dove siano avvenuti.

Per Approfondire: Che differenza c’è tra il Bluethooth e il GPS (da Runic.IO)

NHS (Regno Unito)

Il servizio sanitario britannico ha scelto anch’essa di non usare la tecnologia Apple – Google. Userà, elaborandoli, i dati del proprio servizio telefonico 111. Userà questi dati, nell’app, per capire come allocare le eventuali dotazioni necessarie (ventilatori, medici, strumentazioni) per bloccare la diffusione del Covid-19. I dati saranno quindi conservati sui soli smartphone, mentre i dati dell’utente (anonimo) verranno crittografati per poi essere conservati dall’autorità sanitaria in base alle leggi sulla privacy vigenti nel loro paese.

Russia

Controlli totali sugli spostamenti, soprattutto a Mosca. Chi ha almeno 14 anni, se vogliono spostarsi in città, devono scaricarsi un codice QR. Questo codice andrà conservato (sul cellulare o stampato) previa registrazione su apposito sito web (o scaricando apposita app). Chi si muove in auto deve registrare la targa e chi usa i mezzi pubblici il numero della propria tessera di abbonamento.

CORONA 100m (Corea del Sud)

La legge coreana è ben diversa da quella di altri paesi, consente infatti l’accesso ai dati GPS di cellulari e auto, delle transazioni con carte di credito e alle videosorveglianze. Informazioni condivise in formato anonimo sull’app, e chi non potesse scaricarla, può comunque avere accesso alle posizioni e ai movimenti dei contagiati nella Coronamap, la mappa online. L’app permette di sapere la presenza di un focolaio entro 100 metri dalla propria posizione.

Spagna

Sfruttando le tecnologie di Apple e Google, lancerà un’app in sperimentazione sulle Isole Canarie completamente decentralizzata. Le informazioni ricavate verranno memorizzate solamente sui cellulari di ogni cittadino che la possiede, nel pieno rispetto della privacy e della sua tutela come previsto dal governo spagnolo.

Stopp Corona (Austria)

È un’app sviluppata per la Croce Rossa austriaca. Permette a ogni utente di seguire gli altri e farsi seguire. Se uno è positivo al Covid-19, vengono avvisati automaticamente tutti gli altri.

UN PONTE DI SALUTE (India)

Bluetooth e localizzazione telefonica. I dati sono memorizzati solo sui cellulari e vengono crittografati. Permette di valutare se una persona è stata vicino a un soggetto infetto, e solo in quel caso condivide il dato con l’autorità centrale ma non con nessun’altra fonte terza. Disponibile in 11 lingue aiuta anche a riconoscere gli eventuali sintomi.

COVIDSafe (Australia)

Due milioni e mezzo di cittadini hanno scaricato l’applicazione che, mediante un segnale Bluetooth, registra il contatto con altri utenti entro un metro e mezzo. Se si ha avuto più di 15 minuti di vicinanza con una persona che risulti infetta, si viene avvisati.