È meglio la zincatura a caldo o quella elettrolitica?

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Rivestire i metalli mediante il processo di zincatura

Di tutti i processi industriali finalizzati a migliorare la qualità strutturale dei metalli, la zincatura è uno dei più efficaci in assoluto. La zincatura, infatti, oltre a poter essere messa in atto attraverso una serie di metodologie differenti, consente di creare rivestimenti in zinco lungo le superfici dei metalli presi in considerazione (prevalentemente l’acciaio, ma non si escludono processi di zincatura da eseguire su altre tipologie di superfici). Il rivestimento diviene essenziale per questioni ambientali: un qualsiasi metallo, infatti, qualora non venisse rinforzato e tutelato a dovere rischierebbe di andare incontro a una rapida corrosione, la quale non farebbe altro che danneggiare in profondità la struttura del metallo stesso. Per evitare tutto ciò, dunque, nell’industria e nell’artigianato si procede con la creazione di validi rivestimenti in grado di proteggere i metalli con straordinaria efficacia. Per quanto riguarda le metodologie possibili relative alla creazione del rivestimento in zinco, vale la pena sottolineare come i metalli possano essere rivestiti con procedure differenti a seconda delle necessità: qualora si abbia l’esigenza di creare un rivestimento di maggior spessore, ad esempio, si punterebbe sul procedimento di zincatura a caldo; al contrario, nel caso in cui sia sufficiente concepire rivestimenti più leggeri e sottili, si potrebbe puntare sulla metodologia della zincatura elettrolitica. Ma cosa si intende per “zincatura“? E quali sono le differenze esistenti tra le varie tipologie di zincatura?

Le caratteristiche specifiche del processo di zincatura

In primo luogo, vale la pena chiarire nel dettaglio la definizione di “zincatura”. La zincatura non è altro che un processo chimico con il quale un rivestimento di zinco di spessore variabile viene applicato lungo la superficie di un metallo. Come abbiamo visto in precedenza, si tratta di un procedimento finalizzato a proteggere il metallo da condizioni ambientali rischiose. Per loro natura, infatti, i metalli sono soggetti alla cosiddetta corrosione galvanica, con minuscole micro-celle elettrolitiche che, in seguito alla diffusione del processo stesso di corrosione, iniziano a svolgere un’azione anodica sulle aree superficiali metalliche. La zincatura, dunque, si rende essenziale per via dell’eccezionale protezione garantita nei confronti dei metalli: essendo lo zinco meno nobile rispetto all’acciaio (il metallo sul quale si applica la stragrande maggioranza dei procedimenti di zincatura), e dunque risultando allo stesso tempo meno elettronegativo, sarà lui a essere oggetto del processo di corrosione elettrolitica, essendo stato applicato proprio per rivestire il metallo da tutelare. Entrando nel dettaglio dei vari procedimenti di zincatura, bisogna sottolineare come ogni singola procedura preveda l’utilizzo di una determinata strumentazione tecnica, senza trascurare la netta ed evidente differenza tra i vari risultati compositivi che si possono ottenere con i singoli procedimenti prescelti. A seconda dell’adozione dell’uno o dell’altro processo chimico, infatti, si otterranno rivestimenti in zinco di una determinata qualità, il che significa che, prima di procedere con la zincatura definitiva, andranno valutate in profondità le reali esigenze industriali e strutturali.

Il procedimento di zincatura a caldo

Dal punto di vista pratico, la zincatura può essere messa in atto a fronte di cinque procedimenti differenti: la zincatura a caldo classica, la zincatura a caldo continua, la zincatura a freddo, quella a spruzzo e quella elettrolitica. Per quanto i processi a freddo e a spruzzo risultino effettivamente validi ai fini della creazione di rivestimenti in zinco, sono le zincature a caldo e quelle elettrolitiche ad essere impiegate maggiormente in ambito industriale. Partendo dalla zincatura a caldo, il processo in questione consiste nell’immergere gli oggetti metallici (con particolare riferimento a quelli in acciaio) all’interno un bagno di zinco fatto fondere alla temperatura di 450 °C. L’immersione consente di creare un rivestimento zincato di notevole spessore, caratterizzato da una resistenza strutturale non indifferente. Uno spessore che, di fatto, è garantito anche da un precedente trattamento specifico del metallo. Già, perché prima di essere rivestito dallo zinco il metallo è sottoposto a un attento e approfondito processo di sgrassatura, essenziale per far sì che la sua superficie venga ripulita da qualsiasi impurità. Oltre a ciò, il metallo è oggetto di un ulteriore trattamento, prima dell’immersione nello zinco fuso, che prevede un bagno nei sali di zinco cloruro e ammonio cloruro, anch’essi appositamente fusi. Solo a questo punto gli oggetti metallici vengono immersi all’interno del bagno zinco fuso a 450 °C, in maniera tale da creare un rivestimento solido e incredibilmente resistente.

La zincatura elettrolitica: un processo differente

Il discorso relativo alla zincatura elettrolitica è sostanzialmente differente rispetto a quello della zincatura a caldo. Se è vero che i due procedimenti sono accomunati da simili pratiche di lavaggio dei metalli, i quali vengono sgrassati a dovere prima dell’applicazione del rivestimento in zinco, bisogna sottolineare come nella zincatura elettrolitica si proceda con un’immersione dei metalli stessi non più in una vasca contenente zinco fuso, bensì una particolare soluzione elettrolitica composta da sali di zinco. Ed è proprio in questa fase che avviene la creazione del rivestimento: tramite il passaggio della corrente tra il metallo e la soluzione elettrolitica, lo zinco arriva a depositarsi automaticamente lungo la superficie del metallo stesso. Ciò che ne deriva è un rivestimento in zinco decisamente più sottile rispetto a quello ottenibile tramite zincatura a caldo, ma non per questo meno resistente.

Zincatura a caldo e zincatura elettrolitica: qual è il processo migliore?

Alla luce di quanto visto sinora, viene naturale domandarsi quale sia il processo di zincatura migliore da attuare. Siamo di fronte a due procedimenti differenti, e che pertanto, a seconda delle esigenze e delle necessità strutturali, porteranno a risultati altrettanto diversi. Tra i due, il rivestimento in zinco più spesso e più resistente è senz’altro quello realizzato tramite zincatura a caldo. Il processo in questione, infatti, consente di dare vita a rivestimenti incredibilmente più solidi rispetto a quelli elettrolitici, per quanto questi ultimi vantino ugualmente un adeguato livello di resistenza strutturale. Bisogna considerare, però, come la zincatura elettrolitica possa portare con sé dei vantaggi relativi alla maggiore leggerezza del rivestimento: qualora vi sia la necessità di realizzare rivestimento in zinco leggeri e sottili è più indicato puntare sul procedimento elettrolitico. In ogni caso, va tenuto a mente che il rivestimento prodotto mediante la zincatura a caldo sarà in grado di resistere con maggiore efficienza all’eventuale processo di corrosione galvanica, per maggiori informazioni è possibile contattare Zincatura Botter.