Cos’è l’indennità di turno e a chi spetta
Cos’hanno in comune gli addetti dei centri commerciali e della grande distribuzione, ma anche i pizzaioli, i camerieri di pub e ristoranti, il personale dei cinema, i poliziotti e i vigli del fuoco?
Sono solo alcune delle categorie di lavoratori che ruotano su turni per esplicare le proprie incombenze lavorative.
Per tutti loro la legge prevede una particolare indennità aggiuntiva: l’indennità di turno, che corrisponde ad una maggiorazione dello stipendio atta a compensare quelle attività che vengono svolte anche di notte e nei festivi, o, in alcuni contratti collettivi, a benefici diversi da quelli economici, come un incremento dei riposi (e si parla infatti di riposo compensativo).
In base ai turni, la percentuale integrativa varia: i notturni, ad esempio, godono di una compensazione maggiore dei diurni, quant’anche festivi.
È obbligatoria l’indennità di turno:
- sempre quando il lavoro è organizzato su turni in maniera continuativa e ininterrotta, come nel caso del personale ospedaliero e delle forze dell’ordine, mentre coloro che esercitano in strutture che non prevedono una continuità di servizio giornaliero di almeno 10 ore non accedono all’indennità
- sempre quando la turnazione è ciclica, e mai se lo straordinario è “una tantum”
- sempre quando i turni sono distribuiti tra diurni, pomeridiani e notturni, mentre se si lavora senza ruotare l’indennità di turnazione non può essere garantita.
Come detto, l’ammontare dell’indennità di turno varia in base ad esso: le mattine e i pomeriggi – dalle 6 alle 22 – prevedono una maggiorazione oraria del 10%; per le notti (dalle 22 alle 6 del mattino seguente) e i giorni festivi si aumenta del 30%; e se il turno cade, ad esempio, nella notte di un festivo la maggiorazione sale al 50%.